Serchio

Il fiume Serchio bagna le province di Lucca e Pisa, attraversa l’intera Garfagnana per poi sfociare in mare tra San Rossore e la Macchia di Migliarino. Terzo fiume della Toscana, il Serchio compare già in antichità in molte citazioni e riferimenti letterari. A parlarne per la prima volta fu il geografo greco Strabone che nel suo trattato Geographica narra della nascita di Pisa avvenuta tra due fiumi, l’Arno e l’Ausar (il Serchio). Successivamente il fiume fu nominato anche da Plinio il Vecchio e da Cassiodoro. L’origine del suo nome, Auser, deriva secondo lo storico latino Svetonio, dall’etrusco e significa Dio, mentre secondo alcuni glottologi deriverebbe dalla parola Ausa che in pre-ligure significa sorgente. Il Serchio viene citato anche da Dante, nella Divina Commedia, da Gabriele Dannunzio in una sua poesia dedicata a Lucca, da Giovanni Pascoli nella sua raccolta Odi e Inni e da Giuseppe Ungaretti nella sua poesia I Fiumi.

Le sue acque sono raccolte in numerosi bacini idroelettrici artificiali e rappresentano una fondamentale risorsa economica per la produzione di energia elettrica. Numerose specie di uccelli acquatici hanno trovato un habitat naturale proprio in questi bacini idroelettrici, che si sono popolati di cormorani, anatre tuffatrici e germani reali. Una prospera fauna che si è adattata nella florida vegetazione del magnifico paesaggio fluviale.